mercoledì 11 maggio 2016

IL PASSERO AMICO

C'era una volta un passerottino che viveva nel regno dei passeri, assieme al babbo, alla mamma e a numerosi fratellini. Era vispo, allegro, ardito, tanto che avrebbe voluto volare quando non aveva nemmeno le piume! Un giorno finalmente il babbo e la mamma lo aiutarono a compiere il primo voletto. Il passero era felice: sorretto dalle ali trepide e amorose dei genitori, poté librarsi nell'aria, sorvolare un pezzetto di bosco sfiorando lieve le cime degli alberi. Ritornò al nido inebriato.
- Basta per oggi - dissero i genitori.
Rimessi tutti i piccoli nel nido, babbo e mamma partirono per offrirsi una piccola merenda di zanzare dello stagno; ma non appena furono lontani, il passerottino si affacciò all'orlo del nido, e allargò le penne.
- Adesso volerò ancora, e da solo! - annunciò ai fratellini.
- Non farlo! Babbo e mamma lo hanno proibito! - gridarono gli altri passerotti spaventati. Ma il passerotto voleva dimostrare al mondo intero quando fosse audace e robusto. Infatti spiccò il volo e disparve nel bosco; ma non andò molto lontano, perché ben presto le sue alucce cominciarono a pesargli. Il cuore gli batteva pazzamente; il poveretto si sentiva precipitare e finalmente riuscì a posarsi sul ramo di un albero. Rimase là qualche tempo per riprendere fiato, poi si accinse a ritornare. Ma gli alberi sembravano tutti uguali: non riusciva più a riconoscere quello su cui era posato il suo nido. Tentò qualche voletto in giro, poi ritornò al ramo e gli occhi gli si colmarono di lacrime. Si era smarrito! Le sue zampette ormai erano indolenzite: non riuscivano più a reggerlo...il povero passerottino dovette abbandonare la presa, e cadde dal ramo spezzandosi un'ala. Che triste destino aspettava ora il povero passerotto! I lupi, le volpi, i gatti selvatici, i cani randagi che di notte si aggiravano numerosi nel bosco avrebbero fatto di lui un solo boccone! Quando sentì un passo avvicinarsi, chiuse gli occhi mandando un ultimo pensiero al babbo, alla mamma, ai fratellini...ma li riaprì tutto stupito sentendosi raccogliere da una calda mano, mentre una voce carezzevole gli diceva:
- Oh, povero piccolo, sei ferito? Non aver paura, perché ti porterò a casa con me, e ti curerò l'aluccia ferita.
Chi gli parlava così era un boscaiolo che ritornava dal suo lavoro. Avvolse il passerottino in un lembo della tunica e lo portò alla sua capanna. Quell'uomo aveva una moglie assai bisbetica;
quando vide il marito deporre sulla tavola il passerotto ferito, incominciò a protestare:
- Con tutto il lavoro che c'è, hai proprio tempo da perdere per catturare un passero! Lo sai bene che siamo poveri, e non possiamo mantenere una bocca in più!
- Stai tranquilla, moglie mia - rispose l'uomo con fermezza. - Il passerotto non ti darà nessun fastidio perché provvederò io a curarlo e a nutrirlo.
Infatti, preso un bastoncino di bambù, sistemò l'aluccia spezzata, la fasciò con una piccolissima benda, diede al passerotto qualche chicco del suo riso, e infine lo mise a letto in una bella scatolina di lacca imbottita di ovatta. Qualche giorno dopo il passerotto guarì, ma si era ormai tanto affezionato al boscaiolo che non volle lasciarlo più.
- Se vuoi, rimarrò sempre con te - gli disse - e sarò tuo amico.
- Oh come ne sarei contento! - esclamò, l'uomo che viveva solitario nel bosco e non aveva amici. - Potresti farmi compagnia mentre lavoro, e chiacchierare un po' con me, alla sera. E infatti fecero così. Da quel giorno il passerotto accompagnò il boscaiolo al suo lavoro; mentre egli svolazzava intorno e la sera gli si posava sulla spalla. Ma un giorno il boscaiolo dovette andare in città per vendere la legna, e non volle prendere con sé il passerotto, perché temeva che si smarrisse nel traffico, o che finisse fra le unghie di qualche gatto.
- Tornerò presto, amico mio - gli disse. - Tu intanto, resta qui buono buono.
Il passerotto promise, e quando l'uomo si fu allontanato, si appollaiò sul davanzale e rimase fermo e zitto a guardare la moglie che lavava alcuni panni in un mastello. La donna aveva posato sulla tavola una ciotola colma d'acqua in cui aveva sciolto dell'amido,

e il passerotto, incuriosito da quel liquido bianco che sembrava latte, volle vederlo da vicino e volò fino alla tavola, poi incominciò a zampettare intorno alla scodella.
- Và via passero! - intimò la donna sgarbatamente. - Bada che non ho altro amido, e se me lo rovesci la pagherai cara!

Ma il passero non ubbidì: andò a posarsi sull'orlo della ciotola, e in un baleno il disastro era fatto! Allora la donna inferocita, prese le forbici e tagliò la lingua al povero uccellino; poi lo getto fuori di casa. Il passero si trovò, tutto dolorante, solo in mezzo al bosco; ma essendo diventato adulto, sapeva orientarsi anche fra gli alberi sconosciuti, e poté ritrovare la via del regno dei passeri. Quando il boscaiolo rincasò e non vide più l'amico, si disperò, e non volle ascoltare le giustificazioni della moglie.
- Cercherò il mio amico, dovessi girare tutto il mondo - disse.
Prese il suo bastone e si incamminò: ogni tanto si soffermava a interrogare gli animaletti del bosco:
- Volete dirmi, signora lepre, dove si trova la casa del mio amico passero?
- Oltre il fiume, buon uomo.
- Di grazia, signor scoiattolo, dov'è la casa del mio amico passerotto?
- Oltre il monte, buon uomo.
Il boscaiolo camminò e camminò, e finalmente giunse al regno dei passeri e trovò il nido del suo amico passerotto. Babbo e mamma passero gli volarono incontro seguiti da uno stuolo di figli, e il buon uomo fu tutto felice quando vide il suo amico vispo e risanato; i suoi genitori infatti lo avevano curato con un'erba miracolosa. Si scambiarono abbracci e baci a non finire, poi la famiglia dei passeri imbandì un sontuoso banchetto in onore del boscaiolo. Quando il buon uomo fu per partire, i genitori gli consegnarono un cofanetto di legno prezioso e gli dissero:
- Tu sei stato molto buono con nostro figlio. Questo cofanetto è per te, ma non aprirlo fino a quando non sarai giunto a casa.
L'uomo promise, ringrazio e, dopo un ultimo abbraccio, fece ritorno alla capanna. Mise il cofanetto sulla tavola, ma non appena sollevò il coperchio, con suo grande stupore dal cofanetto uscì una pioggia di monete d'oro, collane di gemme, pietre preziose, e veli di seta. La moglie guardava con occhi sgranati, ed esclamò:
- Tutto per te, e per me niente?
- E' un dono del mio amico passerotto - rispose il boscaiolo.
- Allora andrò anch'io a farmi fare un regalo - disse la donna con astio. - Mi ha rovesciato la ciotola dell'amido e me la deve ripagare.
Subito si incamminò; lungo la strada chiedeva con arroganza agli animaletti del bosco:
- Ehi tu, lepre, dimmi subito dov'è la casa di quell'ingrato passero!
- Oltre il fiume, buona donna.
- Ehi, scoiattolo, dov'è la casa di quel passero maleducato?
- Oltre il monte, buona donna.
La donna camminò e camminò e sul far della sera giunse al regno dei passeri e alla casa del passero amico. Tutta la famiglia dei passeri le venne incontro e l'accolse con molti onori.
- Vostro marito, il boscaiolo, è stato molto buono con mio figlio - le disse babbo passero. - E anche voi meritate ogni considerazione.
Fece imbandire un sontuoso banchetto degno di una regina: la donna sedette a capotavola e le furono serviti cibi squisiti e bevande prelibate. " Chissà che cosa mi regaleranno, questi animali" pensava intanto la donna, e non vedeva l'ora di aver finito per vedere il regalo che le avrebbero fatto. Quando si alzò da tavola e si preparò a ripartire, i genitori del passero le presentarono due scatole: una di legno prezioso dipinto a colori smaglianti e l'altra di legno scheggiato.
- Tu sei stata buona e paziente con nostro figlio - le dissero. - Prendi dunque una di queste scatole, ma bada di non aprirla fino a quando non sarai arrivata a casa.
La donna prese in mano le due scatole e le soppesò: quella scheggiata era piccola e leggerissima; l'altra era grossa e pesante. "Chissà quanti tesori contiene la scatola più


grossa" pensò tra sé. " Non sono così sciocca da accontentarmi di quel brutto arnese!". E, senza esitare, scelse la scatola più grossa. I passerotti si accomiatarono da lei e l'accompagnarono per un lungo tratto di strada volando di ramo in ramo, poi ripeterono per l'ultima volta:
- Ricorda, non devi aprire la scatola per tutto il viaggio!
Quindi tornarono indietro. La donna prese la via di casa facendo mille congetture: " Se la scatola contiene gioielli, ne venderò alcuni per comperare una bella carrozza. Se contiene belle stoffe e veli di seta, mi abbiglierò come una principessa e andrò al ballo dell'imperatore. Se contiene monete d'oro, comprerò un bel palazzo in città, avrò servi e serve e sarò riverita come una signora. Ah, non posso più resistere: debbo proprio vedere che casa c'è dentro". Depose la scatola sull'orlo della strada e sollevò il coperchio. Ma invece di gioielli preziosi, monete d'oro, veli di seta, trovò una quantità di diavoletti neri come grilli che schizzarono via e le si avvicinarono saltellando.la donna fece un passo indietro impaurita, ma qualche diavoletto l'aveva già afferrata per la veste; altri le saltarono sulle spalle; uno le entrò entro addirittura nell'orecchio; un altro incominciò a tirarle i capelli e un altro ancora le diede dei pizzicotti. La donna ne gettava uno a terra,cercava di schiacciare un altro con il piede e agitava la sciarpa per allontanarli tutti; infine scappò terrorizzata. Ma i diavoletti si lasciarono all'inseguimento. La donna corse su per la collina, poi scese a precipizio; attraversò la risaia e giunse trafelata sulla riva del mare. Fortunatamente c'era un barca ormeggiata; vi balzò dentro e incominciò a remare con quanta forza aveva, volgendosi ogni tanto a guardare i diavoletti che danzavano sulla riva. Era tanta la sua paura che remò e remò fino a quando non scomparve all'orizzonte. Intanto il boscaiolo era rimasto solo nella capanna, e non sapeva come utilizzare le ricchezze contenute nel cofanetto. " Che me ne faccio dei veli di seta?" pensava. " Non potrei mai indossarli. E le stoffe trapuntate d'oro non sono adatte a un povero boscaiolo. Infine non mi servono nemmeno le monete: ciò di cui ho bisogno è qualcosa di meglio". Andò al villaggio e distribuì tutti quegli oggetti preziosi agli abitanti poveri: i veli di seta alle fanciulle da marito, le stoffe trapuntate alle madri di famiglia affinché le vendessero per comperare da mangiare ai loro bambini, le monete d'oro agli infermi e ai bronzi della pagoda. Poi si mise in cammino per il regno dei passeri dove fu accolto con mille feste. Là si costruì una capannuccia di tronchi profumati, e tutti i passeri collaborarono piantando fiori di ogni colore e piante rampicanti; il boscaiolo collocò nella capanna stuoie intrecciate, bassi tavolinetti e un bel lettuccio di canne di bambù. Vicino al capezzale mise la scatolina di lacca, per non separarsi mai, nemmeno durante la notte, dal ricordo di un'amicizia sincera, un tesoro che non avrebbe potuto acquistare neanche con tutto l'oro del mondo. 

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